Come indicano le statistiche della Confederella fresche di pubblicazione, la criminalità in Svizzera è aumentata lo scorso anno, e di parecchio. Si contano circa 564mila reati (30mila in più rispetto al 2023) di cui quasi 50mila sono reati violenti. I più gravi tra questi (omicidio consumato e tentato, lesioni personali gravi, stupro) sono stati circa 2500: la cifra più alta mai registrata dal 2009, con un aumento vicino al 20% rispetto all’anno precedente. Le rapine sono cresciute del 10%.
Chiaramente sovrarappresentati
Che passaporto hanno i delinquenti? Ebbene, ma tu guarda i casi della vita, il 58% dei reati in Svizzera è commesso da stranieri. I quali però sono poco più di un quarto della popolazione. La sproporzione è manifesta. Inoltre, i naturalizzati che delinquono vengono conteggiati come svizzeri, non come stranieri. A livello nazionale le naturalizzazioni sono in media 40mila all’anno. Pertanto, le cifre vere della criminalità d’importazione sono ancora più alte!
Gli asilanti (ucraini inclusi) sono il gruppo con la maggior propensione alla delinquenza. Infatti l’anno scorso hanno commesso quasi il 7% dei reati, malgrado rappresentino meno dell’1% della popolazione.
E’ quindi accertato che l’immigrazione incontrollata, il caos asilo, le frontiere spalancate, la mancata espulsione dei delinquenti stranieri, mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini elvetici. La Svizzera ha quindi, indiscutibilmente, un problema di criminalità importata (vedi al proposito il comunicato della Lega pubblicato a pag. 27 ). Del resto, se quasi i tre quarti degli ospiti delle nostre carceri simili ad alberghi non hanno il passaporto svizzero, un motivo ci sarà.
Per questo scempio, possiamo ringraziare la partitocrazia.
La NZZ precisa inoltre che nelle città della Svizzera orientale si delinque più che altrove: ecco il bel risultato delle politiche immigrazioniste ro$$overdi, multikulti e woke! Dove la $inistra è in maggioranza, i delinquenti stranieri festeggiano. Lo dicono le statistiche.
Parola di psichiatra forense
In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a 20 Minuten, lo psichiatra forense Frank Urbaniok dichiara: “I fatti dimostrano che le persone provenienti da certi Paesi, come l’Algeria, il Marocco o l’Afghanistan, sono molto più inclini a commettere reati rispetto alle persone in arrivo da altre nazioni o agli svizzeri”. Da notare che quelli citati sono proprio i paesi in cui è più difficile rinviare clandestini e delinquenti stranieri. Con l’Algeria è in vigore dal 2007 un accordo di riammissione, che però non serve ad una fava, dal momento che il governo algerino non accetta i voli speciali. Col Marocco non c’è alcun accordo di riammissione. Le espulsioni verso l’Afghanistan sono riprese solo da pochi giorni. Dai tempi della presa del potere dei talebani (2021) e fino ad oggi era possibile rispedire in Afghanistan, ovviamente con grandi difficoltà, solo gli autori dei reati più gravi, o coloro che rappresentano un pericolo per la sicurezza nazionale. La kompagna Baume Schneidèèèr, P$, (quella eletta perché simpatica) nel luglio 2023 decise di concedere automaticamente l’asilo alle donne afghane. Le quali da allora possono dunque farsi raggiungere in Svizzera da mariti e figli. Magari radicalizzati. Nel parlatoio federale, la partitocrazia ha rifiutato di cancellare questa prassi. Peggio di così!
Connessione chiara
Nella citata intervista a 20 Minuten, Urbaniok aggiunge: “ Ci sono fattori culturali specifici dei paesi d’origine che portano più persone ad avere una propensione al crimine. Il fondamentalismo religioso o un diverso rapporto con la violenza sono esempi di tali fattori (…). I dati mostrano una connessione evidente tra origine e criminalità.
I continui tentativi di dare la colpa ad altri elementi, come la mascolinità, non sono altro che disinformazione a sfondo ideologico (…).
Abbiamo bisogno di un cambiamento nella politica migratoria”. Più chiaro di così!
Nella stessa intervista Dirk Baier, ricercatore presso l’Università di Zurigo, aggiunge: “ Gli ucraini si sono distinti quest’anno per un forte aumento della criminalità”. Ah, ecco! Ed infatti è notizia di ieri che l’assalitore che giovedì ha accoltellato 5 persone nel centro di Amsterdam è un trentenne ucraino.
Imboscare la realtà
Però, secondo gli immigrazionisti ro$$overdi - ed in particolare secondo le femministe islamo-gauchiste (quelle che difendono i veli islamici; vadano a dirlo alle donne iraniane…) - dobbiamo continuare a far entrare migranti in arrivo da “altre culture” che mettono in pericolo in particolare le donne. Nel 2024 in Svizzera gli stupri sono infatti aumentati del 20%. Ma naturalmente il caos asilo e l’immigrazione incontrollata non c’entrano nulla, vero kompagnuzze?
In sprezzo del ridicolo, a $inistra insistono sul sesso degli autori di reati per puntare il dito a scopo ideologico contro il “patriarcato” e la “mascolinità tossica”. Però pretendono di imboscare la nazionalità dei criminali, inclusi i colpevoli di femminicidio. Chiaro: bisogna nascondere che il patriarcato e la mascolinità tossica vengono importati! E chi osa dire le cose come stanno va denigrato e delegittimato come “razzista e fascista”. Ma andate a Baggio a suonare l’organo!
In questo sfigatissimo Cantone abbiamo addirittura sentito la delegata all’integrazione degli stranieri affermare in un’intervista che la nazionalità dei delinquenti andrebbe taciuta, in quanto indicarla costituirebbe “una forma di stigmatizzazione”.
Traduzione: la realtà che contraddice la narrazione immigrazionista va censurata. Visto che l’amministrazione cantonale deve risparmiare, qui c’è un posto statale da cancellare subito.
LOREZO QUADRI
Chiaramente sovrarappresentati
Che passaporto hanno i delinquenti? Ebbene, ma tu guarda i casi della vita, il 58% dei reati in Svizzera è commesso da stranieri. I quali però sono poco più di un quarto della popolazione. La sproporzione è manifesta. Inoltre, i naturalizzati che delinquono vengono conteggiati come svizzeri, non come stranieri. A livello nazionale le naturalizzazioni sono in media 40mila all’anno. Pertanto, le cifre vere della criminalità d’importazione sono ancora più alte!
Gli asilanti (ucraini inclusi) sono il gruppo con la maggior propensione alla delinquenza. Infatti l’anno scorso hanno commesso quasi il 7% dei reati, malgrado rappresentino meno dell’1% della popolazione.
E’ quindi accertato che l’immigrazione incontrollata, il caos asilo, le frontiere spalancate, la mancata espulsione dei delinquenti stranieri, mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini elvetici. La Svizzera ha quindi, indiscutibilmente, un problema di criminalità importata (vedi al proposito il comunicato della Lega pubblicato a pag. 27 ). Del resto, se quasi i tre quarti degli ospiti delle nostre carceri simili ad alberghi non hanno il passaporto svizzero, un motivo ci sarà.
Per questo scempio, possiamo ringraziare la partitocrazia.
La NZZ precisa inoltre che nelle città della Svizzera orientale si delinque più che altrove: ecco il bel risultato delle politiche immigrazioniste ro$$overdi, multikulti e woke! Dove la $inistra è in maggioranza, i delinquenti stranieri festeggiano. Lo dicono le statistiche.
Parola di psichiatra forense
In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a 20 Minuten, lo psichiatra forense Frank Urbaniok dichiara: “I fatti dimostrano che le persone provenienti da certi Paesi, come l’Algeria, il Marocco o l’Afghanistan, sono molto più inclini a commettere reati rispetto alle persone in arrivo da altre nazioni o agli svizzeri”. Da notare che quelli citati sono proprio i paesi in cui è più difficile rinviare clandestini e delinquenti stranieri. Con l’Algeria è in vigore dal 2007 un accordo di riammissione, che però non serve ad una fava, dal momento che il governo algerino non accetta i voli speciali. Col Marocco non c’è alcun accordo di riammissione. Le espulsioni verso l’Afghanistan sono riprese solo da pochi giorni. Dai tempi della presa del potere dei talebani (2021) e fino ad oggi era possibile rispedire in Afghanistan, ovviamente con grandi difficoltà, solo gli autori dei reati più gravi, o coloro che rappresentano un pericolo per la sicurezza nazionale. La kompagna Baume Schneidèèèr, P$, (quella eletta perché simpatica) nel luglio 2023 decise di concedere automaticamente l’asilo alle donne afghane. Le quali da allora possono dunque farsi raggiungere in Svizzera da mariti e figli. Magari radicalizzati. Nel parlatoio federale, la partitocrazia ha rifiutato di cancellare questa prassi. Peggio di così!
Connessione chiara
Nella citata intervista a 20 Minuten, Urbaniok aggiunge: “ Ci sono fattori culturali specifici dei paesi d’origine che portano più persone ad avere una propensione al crimine. Il fondamentalismo religioso o un diverso rapporto con la violenza sono esempi di tali fattori (…). I dati mostrano una connessione evidente tra origine e criminalità.
I continui tentativi di dare la colpa ad altri elementi, come la mascolinità, non sono altro che disinformazione a sfondo ideologico (…).
Abbiamo bisogno di un cambiamento nella politica migratoria”. Più chiaro di così!
Nella stessa intervista Dirk Baier, ricercatore presso l’Università di Zurigo, aggiunge: “ Gli ucraini si sono distinti quest’anno per un forte aumento della criminalità”. Ah, ecco! Ed infatti è notizia di ieri che l’assalitore che giovedì ha accoltellato 5 persone nel centro di Amsterdam è un trentenne ucraino.
Imboscare la realtà
Però, secondo gli immigrazionisti ro$$overdi - ed in particolare secondo le femministe islamo-gauchiste (quelle che difendono i veli islamici; vadano a dirlo alle donne iraniane…) - dobbiamo continuare a far entrare migranti in arrivo da “altre culture” che mettono in pericolo in particolare le donne. Nel 2024 in Svizzera gli stupri sono infatti aumentati del 20%. Ma naturalmente il caos asilo e l’immigrazione incontrollata non c’entrano nulla, vero kompagnuzze?
In sprezzo del ridicolo, a $inistra insistono sul sesso degli autori di reati per puntare il dito a scopo ideologico contro il “patriarcato” e la “mascolinità tossica”. Però pretendono di imboscare la nazionalità dei criminali, inclusi i colpevoli di femminicidio. Chiaro: bisogna nascondere che il patriarcato e la mascolinità tossica vengono importati! E chi osa dire le cose come stanno va denigrato e delegittimato come “razzista e fascista”. Ma andate a Baggio a suonare l’organo!
In questo sfigatissimo Cantone abbiamo addirittura sentito la delegata all’integrazione degli stranieri affermare in un’intervista che la nazionalità dei delinquenti andrebbe taciuta, in quanto indicarla costituirebbe “una forma di stigmatizzazione”.
Traduzione: la realtà che contraddice la narrazione immigrazionista va censurata. Visto che l’amministrazione cantonale deve risparmiare, qui c’è un posto statale da cancellare subito.
LOREZO QUADRI