La Fondazione Franz Weber per la Conservazione della Natura teme che, in caso siano approvati gli accordi con l'UE, i diritti degli animali subirebbero un peggioramente a causa della legislazione meno restrittiva dell'Unione europea. La Fondazione Franz Weber, oggi diretta dalla figlia del fondazione Vera Weber (nella foto), negli scorsi anni ha dimostrato la sua importanza vincendo, in particolare, l'iniziativa sulle case secondarie e per aver bloccato con successo il controverso progetto Ozeanium allo Zoo di Basilea. Sia sotto la guida della figlia che sotto quella di suo padre, Franz Weber, la fondazione può vantare di aver contribuito alla conservazione di molti ambienti naturali in Svizzera.
Ma oggi Vera Weber ha un nuovo obiettivo: come scrive nell'editoriale dell'ultimo numero del "Franz Weber Journal", si sta battendo contro gli accordi con l'Unione Europea (UE). E più specificamente, contro il fatto che potrebbero portare alla fine del divieto di macellazione rituale, in vigore in Svizzera dal 1893.
Con il divieto di macellazione rituale, diversi metodi di uccisione degli animali sono stati vietati nel nostro Paese. Dal 1893, i mammiferi possono essere macellati solo se storditi prima del dissanguamento. Tuttavia, per Vera Weber, esiste un "rischio reale che questo divieto venga revocato". Avverte di un "ritorno al 19esimo secolo". Secondo lei, un accordo tra Berna e Bruxelles consentirebbe l'adozione di una normativa UE più permissiva in materia.
"La macellazione rituale senza stordimento potrebbe essere praticata nei macelli", sostiene Vera Weber. "Questo rappresenterebbe non solo un attacco al benessere degli animali, ma anche alla nostra democrazia!". Prima di precisare: "Il Consiglio federale avrebbe comunque la possibilità di disciplinare le restrizioni di propria iniziativa tramite un'ordinanza".
Interpellato dal Blick, l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), riconosce da una parte che la questione fa effettivamente parte degli accordi negoziati con Bruxelles. Tuttavia, sostiene che "il regolamento consente agli Stati membri (o, in questo caso, alla Svizzera) di stabilire norme nazionali più severe in materia di stordimento durante l'abbattimento" e che le norme in vigore in Svizzera non sarebbero un problema per l'UE. L'abolizione di questo divieto non è quindi prevista, specifica l'USAV. "Il divieto di macellazione rituale deve essere mantenuto e i requisiti in materia di benessere degli animali non saranno ridotti".