Sport, 30 novembre 2020

Indimenticabile Doris! “Un piacere averla allenata”

Edy Mottini, il suo primo tecnico, racconta Doris De Agostini a 7 giorni dalla scomparsa

Ad una settimana dalla sua scomparsa, il "Mattino della Domenica" dedica un tributo a Doris De Agostini, la prima sciatrice ticinese ad essere approdata nel mondo dello sci internazionale e a vincere delle competizioni prestigiose. Per l’occasione abbiamo sentito il suo primo allenatore, l’airolese Edy Mottini, il quale ci ha raccontato la “sua” Doris, la ragazzina che prese sotto le sue ali all’età di 9 anni. Una storia di passione, emozioni e grande umanità.

“Quando sua sorella mi ha comunicato che la malattia era in fase avanzata e non le restava molto tempo da vivere, il mondo mi è crollato addosso. Non ci credevo, non volevo crederci. Il dolore è stato grande”: 
Edy Mottini conosceva benissimo Doris De Agostini, perché è stato il suo primo allenatore e soprattutto perché era di Airolo. Gente forte, orgogliosa e umile, cresciuta all’ombra del San Gottardo, la montagna che divide culture e anime, l’ultimo bastione alpino prima delle pianure e dei laghi della Svizzera centrale. Mottini, come Doris e tanti altri airolesi, non ha mai rinunciato alla sua identità e ne ha fatto una sorta di bandiera: nato nel 1943, è stato disegnatore del genio civile prima, maestro di ginnastica e disegno poi. E non si è mai mosso da Airolo. “Ci sto troppo bene – racconta – E qui ho avuto la fortuna di allenare tantissima gente di talento e pure in gamba: Fabio Pedrina, le sorelle De Agostini, Michela Figini, Pauli Gut e altri ancora. Sempre con grande passione, perché lo sci per noi airolesi è vita”.

Doris dunque. “Aveva appena nove anni quando si avvicinò a questo sport. O forse era ancora più giovane, non sono sicuro - afferma - Di certo mi ricordo che fu sua sorella Daniela a portarla da noi. Mi chiese se anche Doris potesse aggregarsi al mio gruppo ed io naturalmente acconsentii. Nello Sci club Airolo si poteva entrare all’età di dieci anni ma lei ci raggiunse qualche mese prima. Oltretutto sembrava fosse più vecchia, vista la statura impressionante”.

C’è un aneddoto curioso sull’altezza della giovane Doris. “Una volta dovetti bendarle una mano e quando mi avvicinai al lei, che avrà avuto 12 anni al massimo, mi disse: sei alto come me! Io misuro 1 metro e 70. Il suo fisico snello e curato è sempre stato il suo marchio di fabbrica, anche dopo la sua brillante carriera, interrotta a soli 25 anni”.

A quei tempi, la De Agostini si misurava spesso con i suoi coetanei maschi: “E non era raro – continua Edy – che la spuntasse. Chiedere lumi a Pedrina… Quando andava a gareggiare nella Svizzera Interna per le gare giovanili, spesso e volentieri vinceva le prove di discesa libera o di slalom gigante con sei o sette secondi di vantaggio sulla seconda. Doris aveva già una forza mentale formata. Sapeva dove voleva arrivare e quindi ci dava dentro”.

Edy Mottini ricorda con nostalgia il suo rapporto con la famiglia De Agostini: “Una volta Doris, che abitava piuttosto lontano dalle piste, mi chiamò al telefono chiedendomi se potessi andarla a prendere e darle un passaggio. Si vede che non c’era nessuno a disposizione.
Con voce gentile, come sempre, mi disse che sarebbe stata pronta in dieci minuti. Detto fatto, l’accompagnai a sciare e in tutta risposta qualche giorno dopo sua madre mi mandò dei biscotti fatti in casa in segno di gratitudine. Fra l’altro: il dopo-sci con le sue torte è sempre stato una gran festa! Brava gente i De Agostini, nel villaggio erano ben visti e apprezzati da tutti”. E sempre a proposito di regali, Edy dice: “ Il giorno del mio quarantesimo compleanno ne ho ricevuto uno meraviglioso da Doris e Michela: prima e seconda ai campionati svizzeri di discesa a Stoos! La numerosa tifoseria airolese presente era naturalmente al settimo cielo ed esprimeva una gioia incontenibile!”.

E a proposito della futura vincitrice della Coppa del Mondo di discesa libera: “Sin da ragazzina si allenava molto e andava ogni volta che poteva in montagna. Ci teneva moltissimo al suo fisico - afferma Edy - le piacevano le passeggiate e amava le cime. Diceva di sentirsi libera. E in fondo lo è sempre stata, soprattutto nelle scelte di vita”.

Come quella di lasciare la competizione e la notorietà a soli 25 anni. Sì, perché la sciatrice, la prima ticinese a vincere una gara di Coppa del Mondo (Bad Gastein 1976, a soli 18 anni ndr), decise di mollare tutto. All’epoca questa decisione suscitò un po’ di sorpresa. Correva l’anno 1983. “Doris aveva capito che per restare in quel mondo avrebbe dovuto raddoppiare gli sforzi ed impegnarsi ancora di più. Mantenersi a certi livelli costa sacrificio e probabilmente lei non se la sentiva più. In quel momento, ma questa è la mia interpretazione, voleva pure scoprire gli altri lati della vita. Avere nuovi interessi e non rinunciare ai suoi obiettivi di donna”. 

Qualche anno dopo l’airolese sposerà Luca Rossetti, ex attaccante di talento dell’Ambrì Piotta, dello Zurigo e della nazionale rossocrociata e con lui farà due figli. “Con Luca ha formato una bella coppia, sempre uniti, sempre insieme: al giorno d’oggi non è affatto scontato”, chiosa Mottini.

Tornando a Bad Gastein 1976: “Le cronache raccontano che in quella occasione c’era una forte nebbia e la neve era fresca, perciò la discesa rischiava di essere annullata. Ci furono problemi con le atlete che scesero per prime. Doris fu fortunata perché ad un certo punto la situazione migliorò: lei partì col pettorale numero 32 e vinse clamorosamente. Non avevo visto la gara e quando ascoltai la radio e dissero che lei si era imposta quasi non ci volevo credere. Quel giorno anche per me fu uno dei giorni più belli della mia vita. Che risultato!”.

Edy Mottini oggi si divide fra la passione per lo sci (allena ancora i bambini!) e per la pittura (ha un atelier). E da qualche giorno apre il suo album dei ricordi con sofferenza: “La perdita di Doris ci ha colpito tutti, ha recato dolore a tutta una comunità. Airolo ha perso un bene prezioso, una persona che ha sempre lottato e non si è mai lamentata. La chiamavamo dura, proprio per quel carattere che la contraddistingueva. Ma dentro era una persona dolce e umile. Ci mancherà tantissimo!”
 
MAURO ANTONINI

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